Non dire gatto....

Pubblicato Martedì, 16 Aprile 2019 09:18 Visite: 1861

Categoria: Storia e dintorni: la storia vista con gli occhi di chi l'ha fatta, vissuta, raffigurata.

Non dire gatto….!

La grandezza di Roma è inevitabilmente legata alla figura di Giulio Cesare: grande generale, valoroso soldato, forte personalità.

Colui che voleva salvare Roma dalle guerre civili assumendo in prima persona il potere, fu punito dal suo stesso temperamento e….dai traditori! Costoro furono animati dal timore che la città potesse ricadere nelle mani di un tiranno come ai tempi della cacciata di Tarquinio il Superbo (l’ultimo re di Roma) da parte di Lucio Giunio Bruto.

Spavaldo Cesare, poco accorto, aveva compreso che i tempi erano cambiati e maturi perché un solo uomo assumesse il potere, ma non aveva compreso che i romani ancora non volevano sentirselo dire.

Fu così che un gruppo di senatori ordì la più vigliacca delle congiure: fra i traditori, inoltre, era Marco Giunio Bruto, che vantava fra i suoi avi i più grandi difensori dei valori repubblicani (il già citato Lucio e Gaio Servilio Ahala, che salvò Roma dall’usurpatore Melio nel 439 a.C.) ma era molto amato da Giulio Cesare. Si diceva che costui fosse il padre naturale di Bruto e, benché la notizia non fosse accertata, di fatto il dittatore perdonò al presunto figlio un grave tradimento quando costui si alleò col suo nemico giurato, Pompeo. Clemente oltre ogni logica, ordinò ai suoi uomini di non ucciderlo, neanche in battaglia. Riusciamo dunque solo ad immaginare cosa provò Cesare nel momento in cui si vide trafitto, tra gli altri, proprio da lui: deluso, tradito, abbandonato (Marco Antonio in quel momento era trattenuto fuori dalla Curia con una scusa per impedirgli di aiutarlo) e riverso in una pozza di sangue, il suo sangue!

Bruto soleva dire È meglio, in verità, non comandare nessuno che servire qualcuno: perché senza comandare è concesso vivere onestamente, in servitù non c'è possibilità di vivere. E davvero lo mosse il suo alto ideale di libertà e il desiderio di preservare gli alti valori repubblicani, non l’interesse personale. Compiuto l’atroce delitto, né lui né gli altri congiurati avevano un programma politico da proporre, né mire personali da realizzare. Nel giro di due anni furono uccisi tutti e fu realizzato il più grande massacro programmato, con la stesura delle temibili liste di proscrizione.

Ma io vorrei portarvi nel luogo in cui morì Cesare, lì, dove Roma urlò al mondo che nessuno doveva permettersi di comandarla senza tenere in considerazione il più alto dei valori repubblicani: SPQR, il potere al Senato e al popolo di Roma. Recentemente si è scoperto che il luogo esatto in cui Cesare cadde pugnalato dai senatori che credeva amici fu la fermata del tram numero 8 di Largo Torre Argentina, proprio all’incrocio con Via delle Botteghe Oscure. Se è una bella giornata di sole, di quelle che regalano alla Città Eterna l’aspetto di una regina adorna dei suoi migliori gioielli….ebbene! vi invito ad affacciarvi sugli scavi di Torre Argentina. Osservate…..i gatti!

Narra la leggenda che quando l’anima di Giulio Cesare giunse agli Inferi, trovandosi al cospetto di Caronte, rifiutò di pagare l’obolo per attraversare l’Acheronte, non volendo lasciare il mondo terreno. E lì rimase. Man mano che morivano i soldati fedeli al generale, le loro anime giungevano davanti al traghettatore di anime e, obbedendo a Cesare come avevano fatto in vita, rimasero lì sulla riva del fiume infernale. Inutile dire che non ci volle molto perché il condottiero creasse un vero e proprio accampamento alle porte del regno di Ade. Trascorse qualche anno e negli Inferi giunse anche l’anima di Cleopatra: immaginiamo il suo stupore nel trovare il suo amato Cesare lì, su quella spiaggia infernale! D’altra parte, conoscendolo, avrebbe dovuto immaginare che non avrebbe facilmente piegato il capo, neppure di fronte alla morte! Ade era esasperato da questa situazione e stava per risolverla a modo proprio, ma Cleopatra esercitò un’ultima volta il suo fascino, convincendo il re degli Inferi  a premiare il coraggio del grande condottiero! Neanche questo dio infernale poté resistere alla regina e questa fu accontentata: Cesare e i suoi soldati furono trasformati in…..gatti! e rimandati nel luogo in cui il dittatore fu assassinato. Largo di Torre Argentina è famosa per la sua colonia felina perché lì, da secoli, l’animale più fiero e misterioso del mondo animale…domina Roma!