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Un antico modo di fare......notizia!!

Pubblicato Giovedì, 08 Gennaio 2015 11:41 Visite: 1991

Categoria: Storia e dintorni: la storia vista con gli occhi di chi l'ha fatta, vissuta, raffigurata.

IL PAGAMENTO DEL TRIBUTO” di Masaccio, Cappella Brancacci, 1425.

Questo incredibile affresco  meriterebbe un discorso lunghissimo che cercherò, per quanto possibile, di limitare.

Gli storici dell’arte a lungo si sono interrogati, in mancanza di documentazione ufficiale che chiarisca la questione, se l’affresco è stato cominciato da Masolino da Panicale per essere poi proseguito dal giovane Masaccio.

Il soggetto è divisibile in tre momenti dell’episodio narrato nel Vangelo secondo Matteo. Gesù si trova con i suoi Apostoli a Cafarnao e gli viene chiesto da un esattore il pagamento del tributo: l’esattore è di spalle e in questa posa in genere veniva rappresentato Giuda o il diavolo. Gesù a questo punto ordina a Pietro di andare a prendere il denaro e lo fa con un gesto perentorio. Pietro obbedisce e lo vediamo sullo sfondo che prende dalla bocca di un pesce il soldo che servirà allo scopo. Torniamo in primo piano sulla destra e troviamo Pietro che dà il denaro all’esattore delle tasse.

L’avvenimento che Masaccio decide di raffigurare non è di quelli più famosi o conosciuti ma l’affresco si trova nella Cappella Brancacci nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze e c’è un motivo preciso per la scelta del tema. Fermiamoci un attimo perché bisogna capire bene: il Trecento era stato un secolo difficile in cui Firenze subì un vero crack finanziario e rialzarsi era stato veramente faticoso. I banchieri fiorentini  avevano prestato denaro a Edoardo III d’Inghilterra e quando questi intraprese la Guerra dei Cento Anni  (1337-1453) giunse la notizia dell’insolvenza e il contraccolpo fu duro. Qualche anno dopo una disastrosa alluvione fece crollare gli argini dell’Arno e l’unione di questi due eventi nefasti fece fallire quasi tutte le note e facoltose famiglie intorno alle quali girava la rigogliosa economia fiorentina. Ebbene, giunti al 1400 Firenze era, nonostante tutto, alle prese con una vita letteraria e artistica assolutamente straordinaria, senza precedenti: il Rinascimento. Purtroppo la vita economica e politica non andava di pari passo con quella artistica a causa della sconfitta nella battaglia di Zagonara e delle spese che avrebbe richiesto l’ultimazione della costruzione del Duomo: bisognava fare cassa e la cassa, lo sappiamo bene, la si fa con le imposizioni di tasse. Ebbene, la Signoria di Firenze instituì nel 1427 il catasto, il primo tentativo nella storia moderna di equità fiscale poichè si basava sulla tassazione dei reali redditi delle famiglie in base alla stima delle loro ricchezze. Consultando i registri del catasto dell’epoca possiamo avere un quadro reale della città e notiamo che gli Strozzi rimanevano la famiglia più ricca, ma si faceva strada man mano quella dei Medici i quali erano riusciti ad avere anche il consenso del popolo, essendone formalmente i difensori nella persona di Cosimo de’ Medici.

Ecco allora che in un solo colpo abbiamo di fronte agli occhi l’importanza delle opere d’arte: un affresco di straordinaria bellezza, una bellezza eterna, che ancora oggi è importante ricordare, e un vero e proprio manifesto propagandistico. Sapendo che all’epoca l’analfabetismo dilagava, le chiese, in cui tutti si recavano, divenivano il miglior posto in cui pubblicizzare i nuovi regnanti, gli atti dei vari governi, gli avvenimenti storici e anche, perché no? i gossip!! Basta saper leggere le immagini….

 

  

Fig. 1. Il Pagamento del Tributo, Masaccio, 1425.

Fig. 2. La Cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine a Firenze.