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Acqua alle corde!

Pubblicato Lunedì, 15 Dicembre 2014 11:24 Visite: 1705

Categoria: Storia e dintorni: la storia vista con gli occhi di chi l'ha fatta, vissuta, raffigurata.

Era il 37 d.C. e un obelisco proveniente dall'Egitto veniva trasportato a Roma per essere posto nel circo di Caligola: tanto era pesante da necessitare, ci informa il meticoloso Plinio, di una nave fatta appositamente costruire. L'obelisco faceva il suo figurone all'epoca ma poi, col passare del tempo, l'incuria e l'abbandono fece sì che non rimase che un vago ricordo del suo antico splendore. E ne passò molto di tempo prima che Sisto V decidesse di spostare l'enorme colosso: questo pontefice era talmente energico e risoluto che tutti conosciamo la Roma cosidetta Sistina nonostante egli sia stato papa per soli 5 anni. Immediatamente richiese al suo entourage di grandi artisti dei progetti adatti all'immane impresa e quello che venne approvato dal papa era di Domenico Fontana: l'ingegnoso architetto aveva studiato un sistema di impalcature che creava una strada sospesa su cui lavoravano argani e carrucole racchiuse in un castello di ulteriori sostegni. Il lavoro veniva coordinato dal Fontana stesso, posizionato in alto su un palco appositamente eretto per l'occasione perchè fosse possibile avere una visione si insieme su come procedeva l'opera di sollevamento. L'impresa era talmente complessa e pericolosa (si tratta di un obelisco di pietra alto 25 metri e 350 tonnellate di peso) che la zona circostante era stata opportunamente transennata e vi era il divieto assoluto di disturbare i lavori in corso. Qualsiasi errore poteva rivelarsi fatale. Qui la leggenda comincia ad insinuarsi, non sappiamo bene in che misura. Era stato posto un obbligo assoluto di silenzio da parte dei curiosi, pena la forca opportunamente eretta nella piazza con tanto di boia e assistenti del carnefice sempre pronti a far rispettare il divieto! Dopo tanto, duro, attento lavoro arrivò infine il momento di sollevare definitivamente il colosso quando un operaio si rese conto che le corde stavano per cedere. Nessuno aveva il coraggio di fiatare quando a un certo punto si sentì fra la folla un uomo urlare "Acqua alle corde!" Era il capitano di una nave di lunga carriera di nome Bresca: la sua esperienza in mare gli suggeriva che le corde quando vengono bagnate si restringono aumentando così la loro resistenza. Di corsa lanciarono acqua e l'obelisco fu definitivamente sollevato nella posizione che tutti noi conosciamo. Neanche a dirlo, il Bresca non fu condannato a morte e si presentò al cospetto del papa il quale per pro forma prima lo graziò, poi gli chiese cosa volesse in cambio dell'enorme servigio reso alla Chiesa: il capitano chiese per sè, per i figli e per i suoi discendenti il privilegio di donare le palme intrecciate (i "Parmureli") al Vaticano. Sarà vera questa storia? noi non lo sappiamo ma una cosa è certa......questa famiglia sanremese ancora fornisce i Parmureli per la cerimonia della domenica delle Palme.